Quante volte ci è capitato di stare per mesi, o addirittura anni senza un particolare dolore, e all’improvviso quel mal di schiena di cui abbiamo sofferto molto tempo fa ricompare senza una spiegazione, oppure ci sorprendiamo di un dolore alla spalla che era solito andarsene dopo due o tre giorni, e che invece adesso sta durando settimane. 

Questa presentazione è molto comune nei nostri pazienti, molto spesso ci parlano di dolori che nascono senza un determinato motivo, oppure di problemi che erano sempre stati gestibili in passato ma che adesso non lo sono più. Molto tipica è anche la presentazione di un vecchio trauma fisico del quale si è a conoscenza (come una frattura o un colpo di frusta avvenuti anni fa), e che adesso ritorna a fare male nello stesso punto senza un motivo particolare.

A meno che non si parli di un chiaro trauma fisico recente come ad esempio un mal di collo a seguito di una caduta, un problema alla caviglia a seguito di una storta, oppure di una patologia ben identificata e diagnosticata, quasi sempre si riesce a far combaciare l’inizio del sintomo articolare anche con un periodo di alto stress o di cambiamento nella propria vita. 

Filtrando tutte le altre varie cause come ad esempio scompensi posturali quotidiani, la mancanza di esercizio fisico, la disidratazione o un’alimentazione scorretta, l’elemento “stress” è probabilmente uno dei fattori principali più scatenanti e ricorrenti… perché?

Andiamo per gradi, ed esaminiamo lo stress nella sua forma fisiologica: il cortisolo, un ormone prodotto dal surrene su impulso del cervello, è l’ormone simbolo dello stress. Questo fa sì che in un momento di alta tensione, si aumentino glicemia e grassi nel sangue per darci l’energia di cui abbiamo bisogno, e insieme ad adrenalina e noradrenalina fa sì che la pressione sanguigna aumenti per esaltare le prestazioni fisiche e la prontezza. Passata la situazione di stress l’organismo torna in equilibrio (diminuiscono tono muscolare, respiro, frequenza cardiaca e pressione sanguigna) e il corpo si rilassa. 

Quando questa fase di rilassamento non avviene, si parla di resistenza, periodo in cui si prolunga lo stress. A mano a mano che l’energia sotto forma di grasso viene consumata però, si prospetta una condizione di stress cronico, che conduce alla fase di esaurimento. In questa fase le ghiandole surrenali non riescono più a secernere la quantità richiesta di cortisolo, il cui livello si abbassa fino appunto all’esaurimento. È un fatto naturale che si verifica quando la situazione di stress diventa insopportabile, a cui segue uno stato di malessere fisico e psichico. (Prof. Francesco Cavagnini)

Un livello alterato di cortisolo indotto da stress è stato ben documentato e collegato a disturbi della somatizzazione del dolore, come fibromialgia, sindrome da stanchezza cronica, dolore pelvico cronico e disturbo temporo-mandibolare. È stato dimostrato che lo stress a lungo termine contribuisce all’affaticamento mattutino, al dolore e all’infiammazione, oltre che a un disequilibrio del ritmo sonno-veglia, non è raro infatti che un paziente lamenti anche perdita di sonno o insonnia.

Sempre la stessa presentazione in uno studio di 42 pazienti con ernia lombare è stata associata a lombalgia e un valore basso del cortisolo la mattina è stato collegato all’intensità del dolore alle gambe, catastrofizzazione e punteggi bassi di gestione del dolore. (Kara et al, 2014)

Dal punto di vista psicologico, livelli elevati di cortisolo a seguito di stress recente possono facilitare il consolidamento dei ricordi emotivi basati sulla paura e condizionare una risposta fisiologica allo stress. È probabile che l’esaurimento della serotonina (ormone del buonumore) e la degenerazione ippocampale (formazione di memorie) aggravino gli effetti dell’infiammazione sul dolore e sulla depressione. (Kara et al, 2014)

Non è un caso che, in condizioni di stress, le riserve di magnesio siano tra le più intaccate. Questo è un minerale importantissimo per il sostenimento della funzione muscolare in quanto ne controlla i livelli di contrazione contribuendo al rilassamento, e allo stesso tempo aiuta la sintesi delle proteine. Lo ritengo personalmente un valido integratore giornaliero per chiunque si rispecchi in questo articolo.

Dal punto di vista chiropratico il miglioramento delle interferenze dell’apparato muscolo-neuro-scheletrico contribuisce all’abbassamento dello stress nel paziente, poiché migliora anche la loro percezione del dolore ed elimina quei blocchi posturali cronici che possono scatenare la ricorrenza di un sintomo. Solitamente il paziente dopo le prime visite avverte stanchezza, ma anche rilassamento, che spesso induce perfino ad un miglioramento del sonno. Questi fattori uniti ad una maggiore mobilità e un miglior benessere fisico (che è il nostro principale obiettivo terapeutico) rendono la Chiropratica una valida strada da intraprendere anche e soprattutto per chi sta vivendo in una combinazione di stress, somatizzazione e dolori articolari. 

Riferimenti generali:

S Khani 1, J A Tayek, 2001 Dec;101(6):739-47. doi: 10.1042/cs1010739.

  • “Stress, cortisol and weight gain Health & Wellness: Why chronic stress can make you fat”, JACK KIRVEN ON NOVEMBER 2, 2018
https://goqnotes.com/61597/stress-cortisol-and-weight-gain
  • “Chronic Stress, Cortisol Dysfunction, and Pain: A Psychoneuroendocrine Rationale for Stress Management in Pain Rehabilitation” Kara E. Hannibal, corresponding author Mark D. Bishop, Published online 2014 Jul 17. doi: 10.2522/ptj.20130597

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