Nell’ultimo anno della mia formazione presso l’Università AECC a Bournemouth in Inghilterra, ho avuto la grande opportunità di lavorare e assistere nella “breastfeeding clinic” (in italiano “clinica dell’allattamento”). Tale iniziativa è stata ideata dalla mia professoressa statunitense Joyce Miller (specializzata in Chiropratica Pediatrica), e propone l’unione di due professioni come Ostetricia e Chiropratica allo scopo di aiutare madre e neonato nella riuscita di un allattamento al seno sano e duraturo.
Molti possono chiedersi che cosa noi Chiropratici abbiamo a che fare con tale tematica, e forse questo è perché se ne sottovaluta il fattore biomeccanico. Occorre quindi, come in un incontro con qualsiasi paziente, fare un passo indietro e capire quali cause possono aver contribuito ad una situazione così comune come la difficoltà all’allattamento.
Giusto per capire quanto il “trauma” della nascita può influenzare il corpo di un neonato, ecco una serie di risultati di ricerche che individuano varie conseguenze comunemente riscontrate a seguito di un parto difficile:
- Difficoltà all’allattamento (Guyer et al, 2009-2012)
- Coliche infantili o pianto eccessivo (Zwart, 2007)
- Torcicollo e posizione errata della testa (Stellwagen, 2008)
- Deformità posizionale della testa (Stellwagen, 2008)
- Disagio a dormire supino (Miller et al, 2013)
- Asimmetrie posturali (Hamanashi e Tanaka, 1994; Biedermann, 2005; Miller et al, 2012)
Un neonato per succhiare, ingoiare e respirare utilizza 60 muscoli volontari ed involontari, 22 ossa e 6 nervi cranici. La posizione dentro la placenta può contribuire ad una anormalità del cranio (molto comune nel caso di gemelli), così come può succedere nel parto strumentale tramite forcipe o ventosa, dato che le ossa sono ancora “malleabili” per permettere alla testa di passare nel canale vaginale.
In altri casi, quando un parto avviene prematuramente, non tutti i sistemi del corpo umano sono interamente sviluppati, e questo può incidere anche sulla coordinazione muscolare. Altrettanto può manifestarsi nel parto assistito/strumentale dove talvolta tra i vari scompensi meccanici, sono riscontrate paresi dei nervi facciali, distocie della spalla, danni alla clavicola.
Inoltre, studi recenti affermano che nel primo anno di vita, i bambini nati con parto cesareo abbiano un sistema immunitario più debole, il quale dovrebbe essere migliorato dai nutrienti che vi sono dentro il latte materno, ulteriore motivo per cui l’allattamento al seno è così importante soprattutto nei primi 6 mesi.
In altre parole, lo sforzo che il parto richiede alle strutture della mamma e del bambino, si ripercuote sulle componenti che esse custodiscono, e noi Chiropratici ci focalizziamo sugli aspetti muscolo-scheletrici che permettono tutte le funzioni motorie.
Nella clinica dell’allattamento, i genitori e il proprio figlio vengono assistiti da uno studente di chiropratica e uno studente di ostetricia, entrambi supervisionati da professori. Sotto consenso dei genitori viene effettuata sia un’anamnesi chiropratica che ostetrica, e a seguire, l’esaminazione chiropratica del neonato, con ovviamente l’obiettivo di individuare i fattori biomeccanici di cui abbiamo parlato prima.
Successivamente, col consenso del genitore, sono applicate da noi con estrema attenzione manovre molto delicate, e supervisionate dal professore, con lo scopo di andare a sbloccare o stimolare determinati punti del corpo del neonato (nella mia esperienza le tensioni cervicali e stimolazione del muscolo massetere erano tra le più comuni).
Mentre questo accade, la professoressa di ostetricia mostra alla mamma le posizioni ottimali per un buon allattamento al seno, facendo pratica con un bambolotto mentre il neonato sta ricevendo il trattamento chiropratico.
Alla fine, madre e figlio vengono riuniti per mettere in pratica il lavoro appena svolto sia dall’ostetrica che dal chiropratico, e l’allattamento inizia di nuovo con una migliore funzionalità e anche con meno ansia e preoccupazione da parte di entrambi.
Non ho mai visto una coppia di genitori andarsene insoddisfatti dalla clinica, anzi, ne hanno subito capito l’importanza e sono sempre stati disponibili a tornare per ulteriori informazioni e trattamenti al neonato. Spesso è anche capitato che la mamma stessa, soffrendo di dolori a causa della gravidanza, abbia voluto prenotare dei trattamenti alla colonna.
Sarebbe un mio sogno nel cassetto iniziare qui in Toscana una clinica dell’allattamento, poiché ho visto l’entusiasmo che quello che facciamo porta nei genitori, e perché penso che le disfunzioni biomeccaniche neonatali siano un problema sempre più ricorrente.
Riferimento generale:
- “Mothers’ breastfeeding experiences and implications for professionals”, Julie Guyer, Lynne J Millward, Israel Berger. October 2012British Journal of Midwifery 20(10):724-733
- “Characteristics of infants admitted to hospital for persistent colic, and comparison with healthy infants” Pieter Zwart Marije G. A. Vellema‐Goud Paul L. P. Brand. First published: 03 January 2007
- “Parent Reports of Exclusive Breastfeeding After Attending a Combined Midwifery and Chiropractic Feeding Clinic in the United Kingdom” Joyce Miller, BS, DC, PhD,1 Monica Christine Beharie, MChiro,1 Alison M. Taylor, RM,2 Elisabeth Berg Simmenes, MChiro,1 and Susan Way, PhD, RM2; J Evid Based Complementary Altern Med. 2016 Mar; 21(2): 85–91.
- “Torticollis, facial asymmetry and plagiocephaly in normal newborns” L Stellwagen, E Hubbard, C Chambers, Ken lyons Jones. May 2008Archives of Disease in Childhood 93(10):827-31
- “Turned head–adducted hip–truncal curvature syndrome”, C Hamanishi 1, S Tanaka, 1994 Jun;70(6):515-9. doi: 10.1136/adc.70.6.515.
- “Manual medicine of functional disorders in children. Medical Veritas: The Journal of Medical Truth” Heiner Biedermann, MD, 2006; Vol. 3; pp. 803-814
- “Birth Trauma in the Head and Neck” C. Anthony Hughes, MD; Earl H. Harley, MD; Gregory Milmoe, MD; et alRupa Bala, MD; Andrew Martorella, MD; Arch Otolaryngol Head Neck Surg. 1999;125(2):193-199. doi:10.1001/archotol.125.2.193
- “Risk factors for positional plagiocephaly and appropriate time frames for prevention messaging” Aliyah Mawji, RN PhD,1 Ardene Robinson Vollman, RN PhD,2 Tak Fung, PhD,3 Jennifer Hatfield, PhD,2 Deborah A McNeil, RN PhD,4,5 and Reginald Sauvé, MD MPH FRCPC2,6; Paediatr Child Health. 2014 Oct; 19(8): 423–427.